Cambiamo Cultura oggi è felice di incontrare Gaia Vazzoler, diplomata in pianoforte, si è laureata nel 2000 col massimo dei voti in DAMS presso l’Università RomaTre vincendo la prestigiosa Borsa di Studio della Richard Wagner Stipendienstiftung di Bayreuth.
Ha lavorato come Musicologa per l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per oltre dieci anni, in veste di curatrice di numerose rassegne musicali di guida all’ascolto, storia della musica e introduzione ai concerti.
Presentatrice di innumerevoli eventi culturali, ha promosso il progetto Noteinviaggio (viaggi musicali in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia), e ha pubblicato il saggio Roma di Note, itinerario musicale nella Città Eterna dal passato ad oggi.
Ideatrice di format innovativi e di successo, ha realizzato il documentario “Liszt e Roma” in collaborazione col M° Michele Campanella, trasmesso integralmente da RaiNews, ed è Direttrice Artistica di numerose manifestazioni musicali tra cui Villa Borghese Piano Day.
Si dedica all’insegnamento del pianoforte da oltre vent’anni con un metodo da lei stessa inventato specifico per l’avviamento dei piccolissimi e ama scrivere poesie (nel 2020 è premiata al Premio Nazionale di Poesia “Alda Merini”e nel 2022 vince il “Premio Ironia” al Concorso Nazionale “Donna sopra le righe”).
Ci racconti meglio il tuo progetto Villa Borghese Piano Day? Come è nata l’idea e con quale obiettivo nasce?
Amo perdutamente la natura e gli animali: portare la musica in un contesto non convenzionale, immerso tra gli alberi e i prati del cuore verde della Capitale mi è sembrata un’idea luminosa, soprattutto se ad ingresso completamente gratuito per il pubblico. E’ stato così che, dalla prima edizione del 2017, tantissime persone hanno “scoperto” che il binomio musica e natura regala un benessere superiore. Grazie alla collaborazione di Ciampi, tanti pianoforti a coda sono “spuntati” nel verde di Villa Borghese, regalando concerti di musica classica e jazz ad opera di grandi interpreti. E tra un concerto e l’altro, il pubblico ha potuto liberamente esibirsi sugli strumenti, per un’esperienza di vera condivisione e di gioia.
Cosa sono invece i salotti musicali?
I salotti musicali sono piccoli gioielli nei quali credo moltissimo. Nascono dalla mia formazione come musicologa e pianista, quindi dalla possibilità di suonare, ma anche di raccontare la musica, di farla arrivare meglio al cuore delle persone. Superando la barriera del silenzio sacro e impenetrabile tra pubblico e interprete nelle grandi sale da concerto, il salotto musicale prevede al contrario proprio lo scambio, il dialogo, la condivisione di emozioni e idee. E’ una maniera diversa di fruire dell’esperienza musicale e posso dire che il pubblico apprezza davvero moltissimo: nell’ambito di un’offerta concertistica sterminata qui a Roma, la formula del salotto si è rivelata vincente perché va a coprire una nicchia speciale, unica e preziosa.
Quali sono a tuo avviso i maggiori scogli nel campo musicale per raggiungere la parità di genere?
Parlerò della mia esperienza personale. Le difficoltà oggettive nella mia carriera di “donna in musica” sono state l’incontro con uomini dall’ego smisurato, l’invidia (quella proprio cattiva) di altre donne ed il mio desiderio di essere mamma presente e attenta nella vita dei miei figli. La carriera musicale è totalizzante, prevede viaggi, tournées, serate: non è semplice da conciliare con una famiglia nella quale vuoi “esserci” giorno dopo giorno, per non perderti nulla. Quanto ai punti 1 e 2, siamo ancora lontane dalla vera solidarietà femminile, molto lontane: ma ci si può lavorare. Sull’ego smisurato di certi signori, invece, temo di no 😁
Se chiudi gli occhi…come immagini la musica (e la fruizione musicale) nel 2030?
La immagino “tailor made”, cucita addosso alle esigenze dei diversi pubblici che esistono, perché sono tantissimi e molto diversi nei gusti e nei modi. Le grandi sale piangono per le poltrone sempre più spesso vuote, l’esperienza online, forzata durante la pandemia, ha viziato molti anche in questo settore. Credo che si debbano confezionare nuove modalità di concerto per far tornare al pubblico la voglia di alzarsi dal divano e uscire di casa, credo nella sinergia delle arti, nello scegliere location ad hoc per il singolo evento, creando di volta in volta vere esperienze trasversali ed immersive.
La musica può offrire le basi su cui costruire un mondo migliore? E se si, come?
Riporto la famosa frase del Maestro Abbado: “Non si deve insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare e, di conseguenza, ad essere ascoltati”. E’ nella formazione, nell’educazione alla musica che la tua domanda trova risposta, quando il carattere, la sensibilità e le attitudini sono ancora plasmabili. Per questo, nel mio piccolo, dedico gran parte del mio lavoro all’insegnamento del pianoforte e soprattutto all’avviamento dei piccolissimi: perchè piantare il semino della musica nel cuore di un bimbo è una gioia immensa ed un compito importantissimo.
Prossimi progetti/appuntamenti?
Naturalmente, il ciclo dei miei salotti musicali mensili presso il Circolo degli Esteri, che sono già “tutto esaurito”, svariati concerti a sfondo benefico in prossimità del Natale e due grandi progetti per il 2023: un concerto – spettacolo dedicato a Maria Callas in occasione del centenario di questa donna straordinaria ed una serata evento in cui troveranno posto non solo la musica, ma anche le poesie che amo scrivere. E se vorrete partire con me sulle tracce di Marcel Proust, straordinario viaggio tra Parigi, Loira e Normandia ad Aprile prossimo organizzato da Noteinviaggio!