Abbiamo incontrato l’autrice Stefania Marra che il prossimo 27 ottobre alle ore 18.30 presenterà il suo libro presso il Teatro Kaos di Roma (Via Antonio Dionisi 52, zona Monteverde/Portuense).
Introduzione stand up comedy di Alessandra Flamini;
Esibizione della bio queen Michelle Vegany Starbright;
Intervengono Marilena Grassadonia Coordinatrice Ufficio Diritti LGBT+ di Roma Capitale Julia Pietrangeli e Francesca Romana Miceli Picardi.
Come nasce il libro Drag Queen?
Direi per caso, ma il caso esiste? Sono una professionista della comunicazione, ma dopo circa vent’anni di giornalismo mi sono allontanata dalla professione e mi sono, come si suol dire, reinventata, attingendo alle mie passioni. Tra queste, il sogno di essere una drag queen. All’epoca mi chiedevo perché mai solo i maschi potessero fare le drag queen, e al mio sesso fosse riservato il kinging. Poi ho scoperto che non è così, e che non ero la sola donna a voler essere una regina e non un re! Ad aprirmi le porte di questo mondo è stata la Karl du Pigné, cui è dedicato il libro. Non solo ha esaudito il mio sogno, ma per qualche anno abbiamo portato avanti, come soci, una serata con drag show. Ora che sono tornata alla scrittura, scrivere del mondo drag mi è sembrata la scelta più naturale…
Il drag propone puro intrattenimento o c'è qualcosa di più?
La caratteristica più importante dell’arte drag è la libertà di espressione, la rottura degli schemi, da cui discende che ognunǝ la interpreta a modo suo. C’è chi porta in scena il brano di una cantante esibendosi in lipsynk, chi impersona nel modo più perfetto possibile una diva, chi canta dal vivo, chi interpreta lo show in chiave comica o dissacrante. Ma non è questo che fa la vera differenza: la militanza non è un accessorio come le ciglia finte, è qualcosa di radicato nella conoscenza e coscienza individuale. Noi oggi diamo per scontati (chissà per quanto tempo ancora…) i Pride e gli spettacoli drag, ma per arrivare a queste conquiste ci sono volute lotte, anche sanguinose. Il movimento Lgbtq+, con le queen in prima fila, ha patito persecuzioni, arresti, violenze, assassini di Stato e non, per riuscire finalmente ad alzare la testa e rivendicare il proprio posto nel mondo e sui palcoscenici. Come racconta nel libro con grande intensità Mariano Gallo (la Priscilla che presenta la Drag Race Italia), salire sul palco con trucco e parrucco è politica, prendere una posizione anche scomoda rispetto a quello che succede fuori dai riflettori è un omaggio a chi ha combattuto per conquistare dei diritti che dovrebbero essere scontati. Mi auguro che la sempre più incisiva presenza di drag queen in tv aiuti a diffondere la conoscenza non solo di un’arte molto impegnativa, ma anche di una realtà che tutt’oggi vede dei cittadini su un gradino più basso di altri.
Quale credi sia il messaggio più importante dell’arte drag oggi?
Come dicevo prima, la rottura degli schemi! Nel senso di andare oltre, come scrivo nell’introduzione. Oltre le apparenze, oltre falsi dogmi, oltre sé stessi anche! Farebbe bene a ognuno di noi sperimentare il drag almeno una volta nella vita, per sentire cosa cambia dentro, per vedere il mondo da un’altra prospettiva, per attingere ad un tipo di forza che solo il travestimento sa dare. Non è facile da spiegare, ma avviene un cambiamento che si avverte con chiarezza. Sarebbe utile guardare lo spin off della Drag Race di RuPaul in cui dei vip gareggiano in abiti drag: le loro emozioni sono evidenti, e quello che raccontano colpisce. Proprio da questa trasmissione prende spunto quella che tra pochissimo andrà in onda su Rai Due, “Non sono una signora”. L’auspicio è che possa incuriosire quella vasta platea televisiva che è lontana da questo mondo fatto sì di lustrini ma anche di tanti bocconi amari.
Come si articola il libro?
La prima parte dà una visione generale del fenomeno. Dopo aver fatto chiarezza su terminologie e concetti, su cui regna ancora una certa confusione, si addentra nella storia del drag per approdare al “fenomeno RuPaul”, che ha definitivamente sdoganato questa arte a livello planetario. Per dare un quadro più completo, parlo anche delle bio queen e un capitolo è dedicato ai drag king. La seconda sezione si focalizza sulle drag in tv. Parte dalle Sorelle Bandiera, che la mia generazione ricorda bene: che siano state o meno delle “vere” drag queen, hanno di certo il merito di aver aperto una porta televisiva a quanto è venuto dopo. Per contestualizzare il loro enorme successo, ho voluto fare un excursus sul periodo storico e sulla Rai degli anni ’60/70 per poi arrivare ai giorni nostri, quando abbiamo cominciato a vedere le drag queen in tv in contesti diversi. Tutto il percorso sviluppato nel libro è accompagnato da interviste a vari personaggi ed esperti del settore, tra cui Renzo Arbore, Fabio Canino, Pino Strabioli, Enrico Salvatori, Mariano Gallo, e le Karma B, che firmano anche la prefazione. In un libro sulle drag queen non poteva mancare un capitolo dedicato alla Karl du Pigné, in cui sono raccolti i ricordi di molte persone che le sono state vicine.