
Intervista ad Anna Di Francisca
Regista e sceneggiatrice. Inizia come aiuto regista e segretaria di edizione di registi come Giuseppe Bertolucci, Gianni Amelio, Pal Gabor. Nel 1996 dirige il primo lungometraggio per lo schermo, “La bruttina stagionata”, di cui scrive anche la sceneggiatura, che ottiene la Menzione speciale al Prix Europa a Berlino, il Premio Leone Magno alla regia e all’attrice protagonista e viene candidato sia ai Nastri d’Argento che al David di Donatello. Nel 2002 ottiene numerosi riconoscimenti in vari festival con “Fate un bel sorriso”, una coproduzione tra Italia, Francia e Grecia. Contemporaneamente inizia a lavorare per la tv dove, fra l’altro, firma per Raiuno la regia della serie televisiva “Un medico in famiglia” (1998) e “Le ragioni del cuore”. Scrive e realizza documentari come “Un giorno da leggere” (2007) nell’ambito di una ricerca per l’Università di Siena e la Fondazione Alberto e Arnoldo Mondadori.
Come e perchè nasce questo spettacolo?
Quale è il messaggio principale che lo spettacolo vuole trasmettere?
E’ una riflessione sulla condizione femminile e sull’importanza che la donna riveste nella nostra società da sempre in quanto “anello forte” appunto della catena…Nello spettacolo ci sono storie struggenti e buffe, di soprusi ma anche di emancipazione.
Lo spettacolo accende un faro importante sulla condizione delle donne. Lavorando allo spettacolo, c'è qualcosa che hai scoperto che non ti aspettavi?
Ascoltare la voce di Nuto Revelli e il suo modo di intervistare le donne nelle campagne, donne che nessuno aveva mai ascoltato e interpellato prima, è stato veramente emozionante…ho avuto accesso alle autentiche voci registrate e il rispetto, il calore e l’interesse che lui mostrava nei loro riguardi erano sempre autentici…Nello spettacolo sono presenti anche quelle voci insieme a immagini di repertorio che contestualizzano ulteriormente i periodi di cui stiamo parlando: foto, filmati accompagnati dalla musica originale di Paolo Perna, creata perché tutto si fondesse magicamente in un corpo unico: lo spettacolo.
Parliamo del cast dello spettacolo….
Il tuo spettacolo prevede una scontistica speciale per il mondo femminile e per studenti/esse. Quanto è importante la formazione del pubblico?
Credo che questo testo sia importante per la formazione di tutti, giovani e non…è ancora estremamente moderno, più che mai quando affronta temi quali l’emigrazione, tema presente anche nei brani scelti nel mio spettacolo.
L’emergenza sanitaria da Covid 19 ha messo a dura prova donne e cultura. Che rapporto c’è oggi tra donne e cultura?
La nostra emancipazione deve necessariamente non fermarsi mai… a volte mi piacerebbe pensare a un nome come “anello forte” al posto di “quote rose”… mi sembrerebbe più rispettoso nei confronti di tutto l’universo femminile… così come è stato il giornalismo ante-litteram di Nuto nel parlare ore e ore con quelle donne a cui nessuno prima aveva mai dato ascolto.