Marina Senesi si forma al Teatro Stabile di Genova. La sua prima scrittura è al Teatro Greco di Siracusa diretta da Luigi Squarzina. In seguito partecipa ad alcune produzioni del Teatro Due di Parma e per diversi anni prende parte alle maggiori produzioni del Teatro Franco Parenti di Milano diretta da Andrée Ruth Shammah. Per un breve periodo collabora con ZELIG e un suo testo: Trappola per Troppi si aggiudica il Primo Premio al “Censimento sulla scrittura comica femminile” di Riso Rosa. Viene chiamata da Radio2 Rai e ha una lunga collaborazione come inviata e autrice per il programma cult Caterpillar. Molte le surreali imprese di spettacolo-informazione che ha ideato e realizzato, una su tutte: dal Naviglio di Milano fino a Senigallia in pedalò (400km di fiumi e 160 km mare) per raccontare l’attività dell’ associazione Libera contro le mafie. Sempre per Radio2 Rai scrive e conduce il programma itinerante Camper e quattro edizioni di Libro Oggetto. É inoltre inviata per CaterSport, inviata/autrice per Aria Condizionata e per L’Italia se Resta. É ideatrice del format televisivo Sulla Retta Via: un docu/racconto itinerante che ogni anno si sviluppa procedendo in linea retta verso la città che ospita la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle Vittime innocenti di tutte le mafie. In collaborazione con Radio2Rai – RaiNews24 – Rai Nuove Tecnologie. Con il patrocinio di Libera. Ritorna in teatro per dedicarsi al Teatro di Narrazione e Docu/Teatro. Partecipa ad uno dei più apprezzati allestimenti de I Monologhi della Vagina di Eve Ensler e prende parte al V Day in presenza dell’autrice americana, al Teatro dell’Elfo-Puccini di Milano Elabora in collaborazione con Sabrina Giannini ( Report Rai3 ) la pièce teatrale La Vacanza sul caso di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (Premio Ilaria Alpi). Affronta per Europa Donna il tabù della malattia con la piece teatrale Se Si Può Raccontare. Per Zelig co/firma la regia di Hai da spegnere? sul tema delle dipendenze. É adattatrice e interprete del docu/racconto teatrale Doppio Taglio. Scelto dal CPO RAI per rappresentare la giornata contro la violenza sulle donne e riconosciuto dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti per l’assegnazione dei crediti di formazione. Su iniziativa del gruppo bipartisan per le Pari Opportunità della Camera dei deputati, il lavoro è stato rappresento a Palazzo Montecitorio nella cornice dell’8 marzo. Nel 2021 é stata elaborata per RAI5 la versione televisiva con la regia di Daniela Vismara. Con Nidodiragno Produzioni presenta il docu/racconto teatrale Porto a Porto di cui è autrice e interprete. Impostazione di regia Cristina Pezzoli.
Come e perché nasce lo spettacolo “Doppio taglio”?
Ero stata invitata ad un Convegno e tra i relatori c’era Cristina Gamberi, ricercatrice in Studi di Genere, che presentava un suo lavoro su come i media raccontano la violenza contro le donne. Rimasi molto colpita da alcuni passaggi davvero sorprendenti e proposi a Cristina di affidarmi la sua ricerca per farne una trasposizione teatrale che varcasse il perimetro accademico con un processo narrativo fruibile da tutti, soprattutto dai ragazzi. Mi diede fiducia e sei mesi dopo nasceva Doppio Taglio.

Quanto vedi distante il raggiungimento della parità di genere nel settore artistico e creativo?
Se parliamo di belle intenzioni dichiarate, la parità c’è già. In realtà, ancora troppi interlocutori uomini consentono l’osservazione di quel fenomeno che la scrittrice Giulia Blasi definisce sessismo benevolo, ovvero non cambiare proprio nulla ma blandirti col classico: “Voi siete migliori di noi”.
Se chiudi gli occhi…come immagini il mondo nel 2030?
Mah! Già oggi fa capolino la tentazione di asserire che i miei tempi fossero migliori e osservo come alcuni coetanei siano già completamente immersi nella sindrome. Però, al di là di alcuni fenomeni sociali che non sempre capisco, mi tengo stretta una frase della grande Paola Borboni, che ebbi la fortuna di affiancare sul palco, io ragazzina fresca di Accademia e lei ottuagenaria Signora del Teatro. Una sera in camerino mi disse: sto sempre attenta a non dire “ai miei tempi” perché voglio sia chiaro, soprattutto a me stessa, che i tempi restano miei di diritto, fino all’ultimo istante di vita. Perciò, al di là di cosa riserverà il futuro, ogni volta che potrò fare la mia parte, la farò.
Sei un’artista attenta a parlare di tematiche sociali, è sempre stato così o qualcosa ti ha fatto cambiare sguardo sul mondo ad un certo punto della tua carriera?
Ho avuto una formazione teatrale classica ma quasi subito mi sono accorta che le prime sperimentazioni di teatro civile e di narrazione esercitavano su di me un fascino particolare. Percepivo in astratto che mi sarebbe stato congeniale l’utilizzo di un linguaggio ironico ma non disgiunto dal giornalismo e quando sono stata chiamata da Radio2 per entrare nella squadra di Caterpillar ho avuto occasione di affinare questo tipo di comunicazione. Rientrata in teatro ho cercato di concretizzare l’esperienza della levità narrativa per indagare storie a volte molto pesanti.
Prossimi sogni da realizzare?
Qualche mese fa ho avuto un colloquio con Don Luigi Ciotti che mi ha raccontato una breve storia: uno spaccato di vita tenero e molto significativo di cui è venuto a conoscenza. Sarà stata la sua straordinaria capacità oratoria ma mentre parlava immaginavo perfettamente il contesto e la scena. Ecco, il prossimo sogno da realizzare è un Corto per provare a restituire ciò che ho “visto” durante quel colloquio. Ci sto già lavorando.
